Scrivi Campi Flegrei leggi mondo classico, quanto fascino in un solo lembo di terra. L’immaginario degli antichi, del resto, cercando una possibile spiegazione per i fenomeni naturali, collocò proprio qui, in questo territorio felice e misterioso compreso tra la collina di Posillipo e Cuma, il teatro di numerosi miti: qui Giove sfidò i Titani, qui vi fu la palude di Acheronte, questa la tappa estrema del viaggio di grandi uomini, Ulisse ed Enea vi incontrarono le ombre dei loro cari defunti, qui la sacerdotessa pronunziava “la volontà del dio”. Ma questa fu scenografia quanto mai rinomata per la dolce vita imperiale, dove la pluridecorata nobiltà romana amava trascorrere i suoi otia, e dove già la natura pareva ribellarsi all’avidità dei costruttori.
I Campi Flegrei, ricchi di incantevoli e magici luoghi, non smisero mai di esercitare gran fascino su artisti, letterati, poeti, viaggiatori, scienziati, di ogni epoca, conservando intatta nei secoli tutta la suggestione del loro illustre passato. I viaggiatori medievali non tardarono a godere dei benefici delle acque delle sorgenti termali, mentre poeti come Petrarca e Boccaccio divisero il loro incanto tra la letteratura che aveva celebrato questi Campi e la meraviglia che essi stessi poterono constatare.
L’area e le grandiose rovine flegree furono tappa preziosa e imprescindibile della conoscenza, tra il XV e il XVI secolo, per eruditi e umanisti. Scienziati, geografi, furono attratti dal clamore di un monte che, nel 1538, si erse in una sola notte. Testimonianze di questa terra, della sua mirabile storia e della sua sorprendente natura, andavano moltiplicandosi sempre più in atlanti, guide, diari di viaggio. Tappa d’obbligo nel secolo del Grand Tour, e di qui che ogni ricco e sensibile viaggiatore doveva passare prima di far ritorno alla sua dimora. I pittori traducevano in immagini eterne quel desiderio d’Italia e l’emozione del paesaggio, gli incisori fissavano forme e dimensioni dei suoi monumenti. Né questa terra rimase indifferente alla fantasia degli uomini del Romanticismo: la suggestione della terra flegrea fu nuovamente affidata alla letteratura, celebrandola alla pari di una veduta reale o immaginaria.